Manel Alonso Català
Traduzione dal catalano di Emanuela Forgetta
Edizioni Nemapress
Se dovessi scegliere tra i racconti più
interessanti di questa raccolta intitolata Via
dei bonsai sceglierei, senza dubbio, i due che condensano meglio lo spirito
popolare e, di tanto in tanto, fantasioso, del libro: “Versione ufficiosa” e
“La visita”. Secondo me, rispondono perfettamente alla necessità dell’autore di
mostrare i riflessi della vita intorno a un quartiere molto particolare di
Pouet, il paese immaginario e insieme reale che accoglie le storie, un paese
mediterraneo dove tutto prende forma e si lascia trasportare attraverso un
periodo che, purtroppo, finisce senza soluzione di continuità. L’autore, Manel Alonso (Puçol, 1962), conosce bene questa realtà, giacchè è cresciuto tra i
suoi odori, rumori e negozi. Chissà se lo stesso autore è uno dei personaggi. È
molto possibile. Lui è una individualità tra l‘universalità, una mente nascosta
tra i pensieri dei personaggi che si incrociano perchè sono parte delle stesse
abitudini, degli stessi pensieri, ecc.; che
rappresentano dei racconti letti, come dice il riassunto, come un
romanzo. La traduttrice del libro, Emanuela Forgetta, lo dice nel prologo:
“Inesorabilmente, l’esistenza del vicino del civico 3 risulta compromessa con
quella del civico 55, quella di quest’ultimo con quella dei vicini del 12 e questi
non possono fare due passi senza inciampare nella vita delle persone che vivono
al 13, quegli altri che vivono al 170 e l’anziano che risiede al 23. E così,
all’infinito”. Qualcuno si chiederà perché si intitola Via dei bonsai. La risposta è nel racconto che ho citato all’inizio
di questo scritto, sicuramente il più magico tra tutti i presenti nella
raccolta: “Versione ufficiosa”. Racconta un fatto successo nel passato più recente
di Pouet e ha come scenario il Bar dell’angolo, dove tutti si conoscono e dove le
storie e le miserie degli abitanti della Via dei bonsai hanno sempre il loro spazio
per essere narrate e ascoltate. Lì appare spesso un falegname ed è lui che racconta
al narratore una storia secondo la quale, trenta o quaranta anni prima, un uomo
chiamato Floreal aveva un forellino in bocca provocato da una carie ad un
molare, un forellino nel quale un seme è germogliato e ha fatto radice un
piccolo arbusto. Invece di andare dal dentista, il personaggio decide di andare
da un guaritore orientale che sorpreso dal fatto magico, gli insegna la tecnica
dei bonsai. I vicini, abituati col tempo a vedere Floreal con un bonsai sulla
faccia, fanno domande sulla tecnica di questi piccoli alberi e così, le
finestre e i terrazzi della strada si riempiono di bonsai, dando questo nome alla
via che accoglie tutte le storie del libro. Oltre a questa storia ce n’è
un’altra che chiude la raccolta e che mi ha fatto riflettere sul mestiere di
scrittore, una professione magnifica ma difficile perchè non sempre il
risultato è quello sperato. ‘La visita’ racconta il momento in cui il narratore
è sorpreso dall’apparazione di un personaggio, il falegname, che gli dice che
tutto quello che scrive è mediocre e che deve cambiarlo. Anche se dall’inizio,
lo scrittore ignora i suoi consigli, è tanta l’ insistenza del falegname che
alla fine decide di ritoccare tutti i racconti per far sparire il personaggio e
per tornare alla normalità. Il libro finisce qui, come se volesse far capire
che tutti siamo in tempo per cambiare, per migliorare e per far vedere che non abbiamo
mai la ragione assoluta. In realtà, siamo semplici persone tra miliardi di
abitanti, con i nostri pensieri e con le nostre contraddizioni.
Via
dei bonsai, racconti fa parte
della collana di letteratura catalana contemporanea, Ponent 2, diretta da Emanuela
Forgetta (Capua, 1977), professoressa di Lingua e Letteratura Catalana presso
l’Università di Sassari (Sardegna).
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